Sviluppo personale: riconoscere la nostra vulnerabilità e aprirci all’altro
Per migliorare e avere uno sviluppo personale e professionale dobbiamo innanzitutto riconoscere la nostra vulnerabilità. È dall’ascolto attivo, dalla conoscenza unitamente alla volontà di entrare in connessione con gli altri che possiamo trasformare la nostra realtà. In questo senso il linguaggio ci aiuta a evolvere, a creare noi stessi, migliorare le nostre relazioni, se ci apriamo all’umanità e all’empatia.
Quando non siamo soddisfatti di una relazione? Quando i nostri bisogni non vengono soddisfatti e non riusciamo ad ottenere ciò che vogliamo. Siamo abituati ad accusare l’altro di essere responsabile della situazione che si verifica.
Non ci accorgiamo che la nostra reazione emotiva eccessiva spesso dipende da nostre ferite del passato.
A queste si combinano inoltre convinzioni limitanti, condizionamenti che si sono cristallizzati nelle nostre esperienze. Spesso, dietro la rabbia o sofferenza del momento, se andiamo a scavare a fondo c’è il nostro ego ferito, il bisogno di essere amati, apprezzati, stimati, riconosciuti ed accettati dall’altro. Più facile è arrabbiarsi con l’altro, concentrare l’attenzione all’esterno, cercare di trovare nell’altro la colpa piuttosto che osservare cosa sta succedendo dentro di noi.
Dietro la rabbia che nutriamo nei confronti dell’altro per essere stati giudicati male, rifiutati, ci sono spesse ferite del passato, schemi mentali, condizionamenti del passato che abbiamo cristallizzato.
Per avere un sano sviluppo personale dobbiamo diventare consapevoli della nostra voce interiore, ascoltarci, non identificarci con essa, ma andare oltre i nostri processi cognitivi ed acquisire consapevolezza. Vivere la presenza, diventare osservatori della nostra mente in modo da non esserne schiavi, ma usarla come strumento per migliorare la nostra vita.
Sappiamo che la nostra mente spesso inganna, condizionata da conoscenze e condizionamenti consci ed inconsci, non si ferma mai e vive di problemi. È per questo che è importante non esserne schiavi.
Ascolto, conoscenza, empatia: l’umano che è in noi.
Per avere uno sviluppo personale e creare relazioni sane è importante riconoscere che l’altro spesso non è responsabile delle nostre ferite, le ha solamente stimolate. Possiamo allora anche sfruttare l’opportunità del conflitto se vogliamo per raccoglierci in noi stessi. O creare intimità con l’altro, senza paura del giudizio, esprimere la nostra vulnerabilità togliendoci la maschera. L’altro spesso ci fa da specchio… Il dolore può acquistare significato e insegnarci. Il dolore può acquistare valore, essere compreso, accettato e trasformato, può farci crescere e migliorare.
Al contempo imparare a riconoscere il nostro bisogno e portare alla luce le nostre convinzioni mentali ci aiuta a capire come esse influenzino la nostra energia, il nostro corpo, le nostre emozioni, il linguaggio e il nostro atteggiamento verso gli altri.
Spesso i giudizi sugli altri sono condizionati dai nostri bisogni insoddisfatti, tanto siamo capaci di riconoscerli tanto diventeremo abili a esprimerli in maniera empatica e diventare aperti a percepire i bisogni e sentimenti dell’altro. Non è semplice questo processo!
Richiede un cambio di punto di vista. Possiamo imparare comportamenti e abitudini nuove, allenare il nostro cervello come faremmo con i muscoli del corpo.
Con il giusto allenamento e tecniche efficaci si possono apprendere comportamenti mentali nuovi, nuove abitudini funzionali che ci aiutano a riconoscere, sostituire e mettere in discussione pensieri negativi o tossici che ci torturano, ci bloccano e limitano e a sostituirli con linguaggi nutrienti, emozioni positive che motivano e fanno nascere nuove interpretazioni che aprono nuove possibilità di azione.
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